Incendi boschivi - page
L’incendio boschivo è un fenomeno distruttivo e devastante, che danneggia spesso irreparabilmente gli ecosistemi e pone a repentaglio vite umane.
Esso va pertanto considerato con estrema serietà, anche in un territorio - come quello trentino - nel quale gli incendi boschivi rappresentano un fenomeno relativamente poco frequente, con un trend complessivamente decrescente nel tempo sia per numero di eventi sia per loro estensione.
Sin dal 1977 la Provincia Autonoma di Trento si è dotata di un proprio piano per la Difesa dei Boschi dagli Incendi (vai alla sintesi divulgativa del piano), giunto ormai alla quarta edizione e da ultimo prorogato fino al 31 dicembre 2030 con la Delibera della G.p. n. 1166 del 9 luglio 2021. Il piano individua le zone a diverso grado di pericolo e rischio incendi boschivi, le strategie per la prevenzione dei fenomeni e le opere da realizzare a supporto dell'azione di spegnimento, quali strade e sentieri antincendio, serbatoi e condotte per l'approvvigionamento idrico, piazzole elicottero di appoggio allo spegnimento dall'alto. Il tutto in applicazione della L.P. 11/2007 “Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d’acqua e delle aree protette” e della Legge Nazionale 353/2000 “Legge quadro in materia incendi boschivi”.
In particolare, l’art. 11 della L.P. 11/2007 stabilisce le seguenti regole di comportamento:
- è vietato bruciare stoppie o altri residui vegetali all'interno dei boschi e a distanza inferiore a cento metri da essi;
- è vietato accendere fuochi all'interno dei boschi e a distanza inferiore a cinquanta metri da essi; è consentita l'accensione di fuochi nei punti fissi attrezzati a questo scopo, nonché l'uso di fornelli protetti da dispositivi o strutture atti a impedire il diffondersi di faville o braci;
- è vietato usare inceneritori sprovvisti di abbattitore di scintille all'interno dei boschi e a distanza inferiore a cinquanta metri da essi.
- chi accende un fuoco nei casi consentiti deve seguirne o farne seguire l'andamento da una persona incaricata, fino allo spegnimento.
Per quanto riguarda le cause d’innesco degli incendi boschivi, nella stragrande maggioranza dei casi sono provocati direttamente o indirettamente dall’uomo: si tratta per lo più degli effetti involontari di comportamenti imprudenti e superficiali, o di insufficienti misure precauzionali durante lo svolgimento di pratiche agricole o attività economiche, infatti nell’ultimo ventennio 2001 – 2021 le cause involontarie e volontarie riguardano circa il 62% dei casi. Le cause dovute a eventi naturali (fulmini) nello stesso periodo invece, ammontano al 18%; va poi tenuto presente che per il rimanente 20% di casi non è possibile risalire con certezza alle cause dell'incendio.
In merito al numero degli incendi boschivi, considerando sempre l’ultimo ventennio, i dati presentano un andamento annuale altalenante, nel 2002 abbiamo avuto un picco massimo di 100 incendi, mentre nel 2014 un minimo di 5 incendi, in buona parte spiegabile con l'andamento climatico: infatti la frequenza degli incendi boschivi è maggiore nei mesi caratterizzati da periodi con scarse precipitazioni in presenza di accumulo di sostanza secca nei soprassuoli, che nella provincia di Trento e in generale nell'arco alpino, a differenza di quanto accade nel resto del territorio nazionale, coincidono con la stagione invernale – primaverile; in annate con estati particolarmente calde e secche però, le condizioni climatiche favoriscono un significativo verificarsi di eventi pirogeni anche nella stagione estiva, come possiamo riscontrare ad esempio nel 2013 con ben l’82% degli incendi avvenuti tra i mesi di giugno ed agosto, dovuti principalmente a cause antropiche ed eventi naturali, fulmini.
Dal grafico emerge comunque il netto trend decrescente sia per numero d’incendi che per superficie percorsa dagli anni ’80 ad oggi.
In costante diminuzione nel tempo, poi, la superficie media percorsa dal singolo incendio: questo indicatore esprime in modo congiunto la potenzialità di espansione del fuoco in un determinato territorio e la capacità di contenimento da parte delle squadre di intervento addette all’estinzione dell’incendio, che in Trentino sono i Vigili del fuoco volontari e permanenti, incluso il nucleo elicotteri, con il supporto logistico dal personale forestale.
La superficie media per singolo incendio era pari a 3,2 ettari per il periodo 1984-2006, un valore già piuttosto contenuto rispetto alla media nazionale di 10,3 ettari dello stesso periodo; valore che in Trentino nel periodo 1997-2006 era di 2,2 e scende a 0,60 ettari nell'ultimo periodo 2007-2021, a conferma dell’efficacia delle strategie di previsione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi intraprese dalla Provincia Autonoma di Trento negli ultimi quarant’anni.